Perché l'America ha scelto Trump (intervista a Vanda)




Non avrei mai pensato che potesse accadere, ma è accaduto. 
Stamattina ho pensato: devo capire. Trovare una spiegazione - perché deve essercene UNA, per forza. E allora, invece di correr dietro a trasmissioni, reazioni a caldo e articoli intrisi di ideologia, ho pensato di chiedere alla mia amica Vanda, italoamericana, romana, cittadina del mondo. Sì, ho voluto sentire il parere di chi la pensa diversamente da me (e, forse, da voi). Ovvero, di chi la pensa come la maggioranza degli americani. 
Tenetevi forte perché... lei non ha peli sulla lingua.

D: Vanda, iniziamo con la domanda che ci stiamo facendo tutti: come è potuto succedere?
R: Barbara, la vittoria di questo presidente è dovuta alla pessima gestione di Obama, il quale ha creato una profonda frattura nella società americana. Come ben sai, vivo negli States dal 1984 e, francamente, non ho mai visto né sentito serpeggiare il razzismo intorno a me. Obama ha creato un razzismo al contrario, demonizzando la classe lavorativa bianca americana e non, perché con il suo programma BLM (Black lives matter), ha praticamente affermato che negli Stati Uniti d'America contano solo i diritti degli afroamericani e tutti gli altri non contano nulla.



Le forze dell'ordine si sono trovate nell'incapacità di affrontare le rivolte degli afroamericani, perché rese impotenti dalle accuse di razzismo; quindi la violenza ha cominciato a diffondersi a macchia d'olio.


Il popolo americano vuole ordine civile, e quest'antagonismo nei confronti della polizia ha creato profonda insicurezza e disagio nella popolazione. Il fatto di aver costantemente colpevolizzato i poliziotti che hanno cercato di sanare le rivolte nere è stata un'azione fortemente deleteria.

Inoltre, a differenza dell'Europa, l'America si è stancata di avere 16 milioni di clandestini. Anche di fronte a questo problema, la politica di Obama è stata molto lassista - per non dire "promozionale": invece di contrastarla, il presidente uscente ha sollecitato l'arrivo di altri immigrati, pur essendo consapevole che la classe lavorativa negli Stati uniti d'America da anni sta attraversando serie difficoltà economiche - le opportunità di lavoro che c'erano molti anni fa sono finite, questo anche a causa della competizione creata da chi accetta di essere sottopagato pur di restare. 


La gioventù americana, una volta modello di libertà ed indipendenza, è oggi costretta a vivere con i genitori perché il costo della vita è molto alto, e i lavori una volta svolti dagli studenti sono ormai andati agli immigrati per una paga molto più bassa. Tuttavia, gli immigrati possono usufruire di programmi sociali non accessibili agli altri cittadini - le case pagate dal governo; i buoni pasto; l'assicurazione medica gratuita...

"Il presidente Obama ha sollecitato l'arrivo di altri immigranti, ma gli Stati Uniti d'America oggi non godono del benessere e delle opportunità di lavoro che c'erano molti anni fa; la competizione è diventata molto dura."
 
La politica economica di Obama è stata liberista, cioè ha avvantaggiato le istituzioni finanziarie e di potere e le lobby, a svantaggio del popolo americano.
Sono una diretta testimone della devastazione della amministrazione di Obama: sono tornata a vivere in Europa dopo aver lasciato gli Stati Uniti, dal 2006 al 2014, e al mio ritorno ho trovato un'America profondamente segnata da una politica catastrofica.


D: Dove ha sbagliato, secondo te, Hillary Clinton?
R: Francamente sarei stata molto felice di appoggiare una donna alla Casa Bianca, ma Hillary era la donna sbagliata. Come avrei potuto appoggiare una donna che è restata a fianco di un noto predatore sessuale solo per la sua personale sete di potere? Una donna del genere non mi rappresenta. E credo che sia stato lo stesso per molte altre americane: la facilità con cui è possibile divorziare negli Stati Uniti rende inconcepibile il fatto di voler portare avanti un matrimonio sbagliato. 

Ho perso il rispetto per questa donna molti anni fa, quando durante lo scandalo Lewinsky (che ha poi aperto il "vaso di Pandora" di Bill), lei si schierò con il marito. Non la considero affatto un simbolo di emancipazione femminile, proprio per i suoi precedenti. Inoltre è sempre stata in ottimi "rapporti" commerciali e politici con l'Arabia Saudita, e ci sono state più investigazioni sui possibili contatti (diretti o indiretti) tra i Sauditi e l'ISIS. Inoltre, non ha mai difeso le radici giudeo-cristiane dell'America e ha fortemente favorito l'arrivo della popolazione musulmana. Sappiamo che molti attentati terroristici sono stati fatti proprio da musulmani americani.



"Francamente sarei stata molto felice di appoggiare una donna nella Casa Bianca, ma Hillary era la donna sbagliata. Come avrei potuto appoggiare una donna che è restata a fianco di un predatore sessuale solo per la sua personale sete di potere?"

D: Quali sono i rischi di questa nuova presidenza? E le sfide?
R: I rischi sono le eventuali rivolte di tutti i gruppi che hanno goduto di ingiusti privilegi attraverso i vari programmi sponsorizzati dal governo. Sono testimone di persone che godono di case pagate dal governo e di buoni pasto, borse di studio per i figli eccetera eccetera, anche in assenza di un reale bisogno. Noi emigrati che non discendiamo dagli anglosassoni - che hanno reso schiavi gli afroamericani - siamo stanchi di giustificare tale parassitismo solo in nome della schiavitù. Quest'alibi è andato avanti per troppo tempo. Non sono più i tempi di Martin Luther King o di Malcolm X. Gli afroamericani da molto tempo godono di uguali (e migliori) opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita.

Ci sono programmi come Affirmative Action a loro sostegno, cosa che noi non abbiamo. I loro figli possono godere di borse di studio riservate alle minoranze etniche, mentre i nostri figli si devono indebitare per anni con le banche, allo scopo di ottenere un finanziamento per gli studi. Questo paese deve azzerare qualsiasi privilegio. Per essere davvero un paese libero e democratico dobbiamo essere tutti uguali, avere tutti le stesse opportunità.

La sfida del nuovo presidente sarà proprio questa: azzerare qualsiasi diseguaglianza. Gli americani devono essere un popolo uguale, sotto la stessa bandiera e con gli stessi diritti e doveri: ecco la grande sfida!


La seconda grande sfida sarà sconfiggere le lobby che dominano la politica americana - ossia le lobby del petrolio, delle case farmaceutiche, delle associazioni mediche, delle assicurazioni e degli istituti finanziari. Questa è una sfida che spaventa e potrebbe costare la vita a questo presidente, come fu per JFK. 
Soros aveva pesantemente finanziato la campagna della Clinton proprio per evitare il repulisti promesso dal nuovo presidente. Come ben sai, queste lobby globaliste e internazionali sono potentissime e pericolosissime. 
Staremo a vedere.  


"La seconda grande sfida sarà sconfiggere le lobby che dominano la politica americana ossia le lobby del petrolio, delle case farmaceutiche, delle associazioni mediche, delle assicurazioni, degli istituti finanziari."


Dall'amministrazione di Obama in poi in America è successo quello che da anni succede in Italia, cioè che i figli studenti devono rimanere con i genitori poiché non possono permettersi di mantenersi da soli. E questo ha avuto un fortissimo impatto in questo Paese, perché non era mai successo prima. 

Anche i salari sono precipitati: il mio lavoro negli anni 90 era pagato 45 $ l'ora, mentre adesso ne prendo 23.

L'Obamacare è stato inoltre un totale fallimento; non ha fatto altro che incrementare le franchigie delle assicurazioni mediche a svantaggio dei lavoratori, piuttosto che migliorare la qualità generale dell'assistenza sanitaria. Cioè: il presidente Obama ha favorito le assicurazioni private piuttosto che il popolo. Le assicurazioni private non hanno dovuto sacrificare nulla: quelli che si sono sacrificati sono stati i lavoratori costretti a pagare Premium altissimi di franchigia per sovvenzionare l'Obama Care.  

Tornando al nuovo presidente, la classe media americana ha votato la persona che ha offerto delle nuove proposte per risolvere i problemi sociali e di disoccupazione: ho un figlio americano di 24 anni e posso testimoniare che, oggi, per uno studente trovare un lavoro che gli permetta di avere un modesto appartamentino e una sua indipendenza economica è praticamente impossibile.

Si, votando Trump ho pensato al futuro di mio figlio e di tanti altri ragazzi come lui: sono da biasimare?



Grazie Vanda per questa interessante testimonianza.

Vanda, nata a Roma, vive negli USA dagli anni '80.

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