Intervista a Vanda: romana doc, expat da una vita



“Forse uno dei guai dell'Italia è proprio questo, di avere per capitale una città sproporzionata per nome e per storia, alla modestia di un Popolo che quando grida 'forza Roma' allude solo ad una squadra di calcio.”  

Indro Montanelli

Oggi è venuta a fare una capatina nel blog Vanda – romana doc, expat per vocazione (e scelta). Da arguta e impenitente cosmopolita, Vanda scodella un ritratto a tinte fosche della Roma di oggi - con un pizzico di nostalgia e senza peli sulla lingua.

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Ciao Vanda!

Ciao Barbara!

Vanda, dopo 20 anni di USA e 3 di Francia, cosa ti ha spinta a ritornare in Italia? 

Credo che la nostalgia dell'Italia sia stato il prodotto della "crisi di mezz’età'", periodo nel quale si tende a mitizzare i ricordi, rimuovendo opportunamente le esperienze negative. Avevo bisogno di respirare "l'aria di casa"...i profumi del pane caldo; dell'espresso del bar; del ciacolare delle massaie nei mercati rionali; dei casuali ma confortanti incontri su un autobus o in fila all'ufficio postale, dove in una decina di minuti, si racconta una vita!
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Come ti è sembrata Roma al tuo rientro in patria?

Purtroppo a Roma ho trovato degli ectoplasmi dei miei ricordi. La mia adorata città ridotta ad essere un baraccone carnevalesco per il turismo di massa!
Per non parlare dell'invasione barbarica, oramai perpetuata regolarmente, da popoli extracomunitari che hanno portato degrado, paura ed angoscia.

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La città è piena di orribili graffiti che, confermando la teoria sociologica delle "finestre rotte", stanno occupando tutti i quartieri. La spazzatura, gli escrementi umani e non, un esercito di barboni e zingari si aggiungono a questo scenario infernale! Uno scenario da Corte dei Miracoli di Parigi!

Anche il crimine è notevolmente aumentato, per non parlare dell'impossibilità di trovare un impiego e della totale assenza di qualsiasi supporto sociale (soprattutto per gli italiani).

Ora sei di nuovo negli States. Cosa ti manca di più dell’Italia?

Ti confesso che dopo i 4 anni di incubo nel quale ho vissuto tornando in patria, oggi sono ben felice di essere solo un opportuna "spettatrice" dell'Italia. Grazie alla tecnologia posso scegliere di vedere e seguire SOLO le cose che mi piacciono, senza doverne condividere le brutture! Oggi sono realista e mi rendo conto che la mia generazione è forse stata l'ultima a conoscere "l'Italia degli Italiani": un paese dove gli stranieri erano solo turisti di un ceto privilegiato, che veniva a visitarla per ammirarla ed amarla, non per abusarla.

Vanda, nei Paesi socialmente ed economicamente più evoluti il comportamento dei cittadini sembra essere più uniformato, il che potrebbe essere legato – azzardo un’ipotesi - all’importanza rivestita dall’educazione civica. 
Secondo te la mancanza generalizzata di senso civico potrebbe essere la causa principale dell’arretratezza di certi aspetti della società italiana?
 
Quando ci fu l'Unita' d'Italia, Massimo D'Azeglio pronunciò la frase storica:" Abbiamo fatto l'Italia: adesso dobbiamo fare gli italiani!" Purtroppo questo non è mai successo. Questo è il male che ha eroso la nostra società dall'interno. Senza la TOTALE accettazione e la consapevolezza di essere un solo POPOLO sotto una sola bandiera, ha perso in partenza.

Se potessi cambiare l’Italia, qual è la prima cosa che cambieresti?

 


Ringrazio Vanda per l'intervista. 

Rileggendo le sue parole sono riaffiorati mille ricordi di gioventù... (trappola nostalgica in agguato).

Sembrano così lontani i tempi in cui ogni giorno prendevo il treno per andare in Facoltà - frequentai il primo anno di Lingue alla Sapienza, per poi proseguire a Perugia... - e, dopo esser scesa alla (allora tranquilla) stazione Termini, passeggiavo felice verso Villa Mirafiori per seguire il corso di tedesco. 

Quanta gente interessante ho conosciuto allora - in treno, per strada, al bar, sui banchi dell'Università.

...E mi ricordo ancora quanto costava il caffè: 800 lire!

 Il video di Roma Capoccia, del grande Antonello Venditti



Commenti

  1. Sai Vanda mi dispiace che tu parli di "popoli extracomunitari che hanno portato degrado paura ed angoscia". Mai fare di tutta l'erba un fascio. La diversità è ricchezza! L'incontro di culture diverse è ricchezza! Poi ci saranno certamente i comportamenti di singoli che fanno si che uno parli di un intero popolo in modo negativo, ma non dimentichiamoci che noi, che siamo emigrati, rappresentiamo quei popoli extracomunitari in un altro Paese. Che agli occhi di molti noi italiani abbiamo portato degrado paura ed angoscia in altri Paesi. Come è possibile che chi è emigrato e ha costruito la sua vita in un altro Paese veda di malocchio chi emigra e cerca di costruirsi una vita nel nostro Paese di origine. Questi popoli extracomunitari fanno esattamente quello che molti italiani hanno fatto e stanno ancora facendo, cioè emigrano. Se le cose non funzionano in Italia dipende da altro...come dici alla fine dovremmo veramente cambiare la testa degli italiani, anche di quelli che vivono all'estero.

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    1. Scusa la franchezza, ma la tua e' la solita retorica di stampo "boldriniano", cioe' in perfetta malafede perche' allineata con i progetti "kalergiani" dei mandialisti. Non spendero' neanche un po' d'energia per risponderti oltre.

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  2. Esprimetevi pure! Io sto seduta e vi leggo tutti e tutte con piacere 😊

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