Addio colleghi! Tra poco saremo affiancati solo da robot
Grazie a robot e computer sempre più sofisticati, entro i prossimi 20 anni circa il 50% delle professioni attualmente esistenti non dovranno più essere svolte dall'uomo. Ecco, in buona sostanza, la scioccante conclusione cui giunge un interessante articolo apparso su Focus (rivista tedesca di attualità) del 7 marzo.
Intendiamoci: non che sia una notizia clamorosa - è da secoli che le macchine stanno soppiantando il lavoro dell'uomo - ma è strabiliante la velocità con cui, stando al noto settimanale, un numero impressionante di figure professionali potrebbe scomparire a breve termine.
Macchine sempre più performanti renderanno infatti pressoché superfluo l'intervento umano...
Macchine sempre più performanti renderanno infatti pressoché superfluo l'intervento umano...
Ma andiamo per gradi.
L'articolo si apre con un'affermazione di Andrew McAfee, ricercatore al prestigioso MIT di Boston: "Solo l'elettrificazione - ultima fase della storia industriale - fu eccitante come quello che stiamo vivendo ora." Mr McAfee si riferisce alla quarta rivoluzione industriale, caratterizzata da un connubio sempre più stretto tra industria e tecnologia dell'informazione (IT).
La digitalizzazione dell'economia, prosegue Focus, è data dallo sviluppo di robot intelligenti e programmi moderni capaci di elaborare una immensa mole di dati. Per l'industria si tratta di una sfida senza precedenti: l'impiego della moderna IT in ambiti tradizionali del settore può portare infatti a un veloce incremento del fatturato - frutto della stretta cooperazione tra uomini e robot allo scopo di incrementare la produttività.
Fino a pochi anni fa, continua la società di consulenza Boston Consulting Group (BCG), i risultati in termini di incremento produttivo derivanti dall'impiego di robot si aggiravano intorno al 10-30%. La grande novità di questi ultimi anni è che, mentre prima i robot venivano impiegati solo nell'ambito di grandi strutture industriali, essi sono ora disponibili in kit facili da montare a partire dai 25.000 dollari.
Nella fattispecie, si tratta di robot che operano accanto all'uomo nelle officine aziendali. Il che, sottolinea la rivista, potrebbe avere interessanti ripercussioni economiche per la Germania - Paese in cui il cui costo del lavoro è notoriamente elevato.
Altro dato rincuorante: sempre secondo la società BCG, l'impiego di robot porterà a una riduzione della delocalizzazione, fenomeno che ha come conseguenza l'impiego/sfruttamento di manodopera nei Paesi del terzo mondo (e non solo).
Nella fattispecie, si tratta di robot che operano accanto all'uomo nelle officine aziendali. Il che, sottolinea la rivista, potrebbe avere interessanti ripercussioni economiche per la Germania - Paese in cui il cui costo del lavoro è notoriamente elevato.
Immagine presa da Internet |
Altro dato rincuorante: sempre secondo la società BCG, l'impiego di robot porterà a una riduzione della delocalizzazione, fenomeno che ha come conseguenza l'impiego/sfruttamento di manodopera nei Paesi del terzo mondo (e non solo).
Ma - e qui veniamo alla parte più interessante dell'articolo - quali sono i profili maggiormante "minacciati" dalla robotizzazione? Sempre secondo eminenti esperti, la rivoluzione digitale porterà a una graduale estinzione di professioni caratterizzate da un alto livello di routine - con particolare riferimento alla contabilità e all'amministrazione in genere.
Secondo lo scienziato Carl Frey, negli USA il 47% delle figure professionali sono minacciate dall'avvento delle macchine. L'articolo riporta un esempio pratico: il settore assicurativo tedesco impiega attualmente decine di migliaia di persone il cui compito è verificare l'assenza di frode nei casi di risarcimento danni e affini. Bene, tra dieci anni sarà indispensabile solo il 20% di tale forza lavoro poiché i sofware avranno raggiunto un livello tale da poter svolgere il lavoro umano con il 99,9% di precisione.
Avete letto bene: il 99,9%.
Avete letto bene: il 99,9%.
Il ricercatore rincara la dose e azzarda un pronostico raggelante: entro massimo 15 anni tutte le mansioni facilmente "strutturate" e di semplice elaborazione saranno svolte dai computer. Ma (ecco la buona notizia) nasceranno delle nuove figure professioniali, il cui compito sarà di strutturare e raggruppare i dati da inserire nei famigerati computer.
Ho capito bene o il futuro sarà sempre più rosa per chi si occupa di IT? Niente di nuovo sotto il sole.
Tuttavia, nella fabbrica moderna non ci sarà spazio solo per i robot. Anzi. L'uomo e la macchina lavoreranno fianco a fianco. I robot potranno alleggerire il lavoro dell'uomo, affrancandolo dai compiti più noiosi e ripetitivi.
Questa l'ho già sentita da qualche parte.
Ecco il quadro futuro (ma neanche tanto) della cosiddetta industria 4.0 - definizione (l'articolo parla addirittura di "marchio") inventata dai tedeschi nonché settore in cui la Germania aspira a rivestire un ruolo di punta.
Il settimanale cita l'esempio di Siemens, attiva sul fronte 4.0 e ideatrice di veri e propri standard relativi a suddetto comparto, corredato da un interessante grafico indicante la percentuale di probabilità con cui determinate figure professionali saranno sostituite dalle macchine entro i prossimi 20 anni.
Venti anni, caspita. Mi chiedo che lavoro faranno i nostri figli.
99% venditore televisivo (!)
94% ragioniere
92% commerciante
86% agente immobiliare
81% elaboratore di testo
65% macchinista
58% consulente finanziario
37% attore (!)
17% pompiere
6% redattore
2% chimico
0,8% parroco (?!)
....
(fonte: Frey/Osborne)
Ma qualcosa non quadra: come si fa a sostituire un attore o un agente immobiliare con un robot? E un pompiere?
Mmm. Mi verrebbe quasi voglia di scrivere una letterina a Focus. Anzi, a Mr Frey &Osborne. Già, ma loro parlano degli USA, e siccome da noi arriva tutto 20 anni dopo ci rimangono ancora una quarantina d'anni di sonni tranquilli.
E chissà che ne avrebbe pensato lui?
Approfondimenti:
il sole 24 ore - articolo sui robot nel mondo del lavoro
automazione news - uomini e robot, l'impatto sul mondo del lavoro
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Come avrebbe detto mia nonna:
ai posteri l'ardua eccetera.
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