Dalla Svezia a Roma: l'esperienza di Cecilia e Torbjörn



Con grande piacere sono riuscita a intervistare una coppia a dir poco originale: M. Cecilia P. (amica di vecchia data) e  Torbjörn S. (il suo compagno svedese). 
Cecilia e Torbjörn si sono conosciuti in Svezia, dove entrambi lavoravano in una nota azienda di telecomunicazioni. Ora vivono a Roma. 
Ho pensato che sarebbe stato interessante sentire le due campane sui rispettivi Paesi di provenienza - della serie... due culture agli antipodi!

Ciao Cecilia, benvenuta nella blogosfera!

Ciao Parpra, grazie per l’invito.
 
Tu hai vissuto per motivi di lavoro in Svezia. Cosa ti è piaciuto di più di questo Paese?

A dire la verità sono tante le cose che mi sono piaciute della Svezia, ne cito solo alcune, ma sicuramente ce ne sono di più. La lista qui seguito non è ordinata per preferenza:
  • Innanzitutto mi sono piaciute le fredde giornate d’inverno, sono di origini meridionali, ma nel profondo sono una del nord
  • Il profumo dei boschi
  • I mezzi di trasporto funzionano molto bene, anche se gli svedesi se ne lamentano
  • Le persone sono rispettose del prossimo, ad esempio se a tavola c’è uno straniero, immediatamente cominciano a parlare inglese (almeno nelle grandi città come Stoccolma)
  • Gli svedesi bevono molto e dopo i bagordi del sabato sera le strade diventano piuttosto lerce, ma l’indomani è tutto di nuovo lindo e pinto. In Italia, o almeno a Roma dove vivo, l’immondizia resterebbe per sempre, come se fosse un bene prezioso da preservare
  • L’inebriante profumo di caffè e Kanelbullar (ciambelle alla cannella) quando si entra nei Presbyran e 7/11 (negozi che vengono un po’ di tutto, dal cibo takeaway, ai giornali e libri, ai tabacchi e altro)
  • Last but not least Torbjorn, min sambo, che in svedese significa il mio compagno di vita.     

Ritornando a lavorare a Roma all’interno della stessa azienda, cosa avresti voluto importare del modello svedese?

Sicuramente avrei voluto portare con me l’organizzazione, la capacità di pianificare il lavoro, la rilassatezza – in Italia siamo sempre troppo stressati. Gli svedesi non sono affatto sfaticati, ma sanno organizzarsi il lavoro in modo tale poter conciliare vita privata e lavorativa.  A mio avviso in Svezia lavorano molto più come se fossero dei consulenti, vale a dire a progetto. In Italia, almeno nella maggior parte dei casi, bisogna sempre garantire un certo numero di ore settimanali anche se il progetto su cui si sta lavorando si è concluso. 

Gli svedesi sanno apprezzare le belle giornate, soprattutto se di venerdì. Non è pertanto raro vedere sulla lavagnetta, che appartiene a ciascun dipendente, la scritta WFH (Working From Home) nei venerdì di bel tempo. WFH nella stragrande maggioranza dei casi, significa non mi disturbate mi sto godendo la vita, il lavoro lo finisco dopo, oppure l’ho già finito perché ieri ho lavorato di più;-) Da questo punto di vista dovremmo imparare ad essere più flessibili.


Dimmi 3 cose che gli svedesi dovrebbero imparare dagli italiani. E, viceversa, 3 cose che gli svedesi avrebbero da imparare da noi.


Sicuramente noi dovremmo imparare dagli svedesi ad avere più senso civico. Ad esempio, le città italiane sono mediamente sporche, quelle svedesi mediamente pulite.
Le mamme italiane dovrebbero imparare a non considerare i loro figli, soprattutto se di sesso maschile, proprietà privata da non lasciare a nessuno ed eventualmente non prima dei quarant’anni d’età del pargolo. Le mamme svedesi, al contrario, lasciano molto liberi i loro figli, il risultato è che sanno cavarsela molto bene da soli, già a partire dai vent’anni di età, se non anche prima.

Gli svedesi implementano la par condicio tra uomo e donna, sia fuori che dentro casa. Maternity e paternity leave sono entrambi utilizzati, gli uomini svedesi sanno quasi tutti cambiare i pannolini, gli uomini italiani no. Su questo tema abbiamo veramente molto da imparare.

Per contro anche gli svedesi potrebbero imparare qualcosa da noi.  Mi viene in mente che potrebbero essere un po’ più pronti ai fuori programma, faccio un esempio, se si va a cena fuori non lo si può decidere il giorno stesso, bisogna organizzare il tutto con diversi giorni di anticipo. 

Il burro è buonissimo, però potrebbero usarlo un po’ di meno, a lungo andare lascia dei visibili segni a forma di salvagente intorno al girovita.
Faccio un po’ difficoltà a trovare una terza cosa che gli svedesi potrebbero imparare da noi, ma visto che il giusto sta nel mezzo, se noi siamo un po’ troppo mammoni – vedi sopra-, loro potrebbero essere un po’ più caldi nell’ambito dei rapporti familiari.
Comunque sia, penso che noi abbiamo molto più da imparare da loro che loro da noi.

Grazie Cecilia, alla prossima!

Grazie a te, è stato un piacere.


Che sia chiaro: non è l'avatar di Torbjörn
“Tutto ciò che ha valore nella società umana dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate ad ogni individuo.”
Albert Einstein

Ciao Torbjörn, benvenuto nella blogosfera!


Grazie! È un piacere essere qui.


Cosa ti hanno detto i colleghi quando hai raccontato che saresti venuto a lavorare in Italia?


“In bocca al lupo”, ma in senso positivo, non ironico. Nessuno in Svezia pensa che l’ambiente lavorativo sia diverso in un altro Paese europeo. Quindi, è più come se mi fossi stato per trasferire in un'altra città in Svezia. Erano più auguri per la “nuova” vita perché andavo a vivere insieme alla mia compagna.

Quali sono state le difficoltà maggiori durante la tua ricerca di un impiego a Roma?

La prima difficoltà è stata ovviamente la lingua! All’inizio non parlavo l’italiano, poi un po’, e adesso ancora un po’ di più (è difficile imparare una nuova lingua quando hai passato i quaranta :-). È solo nei negozi al centro di Roma (o Milano, Firenze eccetera) che puoi parlare inglese. Poi, ovviamente, era difficile per le aziende italiane valutare la mia laurea – corrisponde il livello? Uguale per le referenze dei datori precedenti – tutti svedesi e quindi impossibile da valutare (o contattare). 

L’ultima difficoltà che mi viene in mente è il tipo di contratto che ti offrono le aziende. Difficilmente è un contratto di tipo indeterminato, più spesso è un contratto ad esempio per tre mesi a partita IVA. Almeno quando ho lasciato la Svezia, i contratti erano per la maggior parte di tipo indeterminato, non ho mai avuto un altro contratto di lavoro. Ma forse le cose sono cambiate anche in Svezia adesso…
 
Ehi! Ce l'ho! Il contratto a tempo indeterminato!

Se potessi cambiare 3 cose dell’Italia cosa cambieresti?

Che cosa vorrei cambiare… 

L’introduzione di un po’ di organizzazione ovunque. Ci sono tante cose che potrebbero funzionare meglio se fossero organizzate meglio. Servizi statali, regionali e comunali. 

Aziende. Un modo di fare le cose più strutturate, meno complicate. 


Più supporto per le famiglie! Se ho capito bene, l’Italia ha la natività più bassa d’Europa. I fattori potrebbero essere tanti, ma uno penso sia la mancanza di supporto per le famiglie. La possibilità di stare più a casa per i genitori i primi mesi, o per curare un figlio se ad esempio ha l’influenza. Più asili comunali o anche forniti dalle aziende dove lavorano i genitori. La possibilità di lavorare part time. I buoni esempi degli altri Paesi sono tanti.


Meno corruzione. La corruzione c’è in ogni paese, purtroppo, ma in Italia ho l’impressione che ci sia di più. Il costo annuale è più alto. Voglio dire, i soldi che potrebbero essere usati per il bene della gente sono molto meno di quelli che avrebbero potuto essere se non fosse per i “costi extra”. 


3 aggettivi per descrivere il mondo del lavoro in Italia


Ho solo lavorato per un’azienda italiana, non so se la risposta vale per tutte…
In attesa della penna aziendale...
  • Disorganizzato – Non si pianifica il lavoro, chi deve fare cosa e quando. Non si fa niente prima che il cliente cominci a sollecitare la mancanza del prodotto. La struttura è sempre in riorganizzazione. Prima che la nuova struttura venga formalizzata non si fa niente. Ma quasi subito dopo, si ricomincia a creare un’altra struttura. All’ultimo minuto, non c’è tempo per pianificare il lavoro.
  • Stressante – Visto che non si fa niente prima che sia assolutamente necessario, i pochi che devono fare il lavoro, devono poi svolgerlo in tempi strettissimi.
  • Burocratico – Burocrazia, se non è nata in Italia, almeno è stata perfezionata qui! Hai bisogno di una penna per il tuo lavoro? Sì, va bene, riempi modulo 131.A per favore. Il modulo deve poi essere firmato da tutti i capi sopra di te fino all’AD. Dopo tre mesi puoi averla in mano. Forse.           
 

Cosa ti manca di più della Svezia?


La vicinanza della mia famiglia. Penso che sia la prima cosa per ognuno che si trasferisce lontano, che sia all’estero o nello stesso paese.

Devo dire che mi trovo molto bene in Italia, non sento spesso che ci sono cose della Svezia che mi mancano. Può succedere che senta la voglia di qualche piatto svedese che non è possibile preparare qui. O la vicinanza della natura, mai tanto lontano in Svezia e sempre accessibile. O la sensazione di primavera, quando il sole torna e comincia a riscaldare di nuovo, la vita che torna dopo l’inverno (ma, non mi mancano i mesi bui :-). 




Grazie per la disponibilità e alla prossima!


Grazie a te.



Mi sono divertita molto a intervistare Cecilia e Torbjörn. 
Cecy, una cosa però la vorrei approfondire con te: questa storia del profumo inebriante di caffè... mi hai incuriosita! (E te lo dice una che dopo 15 anni all'estero ancora compra il Lavazza). 
Sai che anni fa lessi che i più grandi consumatori di caffè sono i finlandesi?
Mi verrebbe voglia di scriverci un post ;-) 
@Torbjörn: mi dici quale piatto svedese ti manca in modo particolare? Scommetto che si tratta di un dolce!



Immagini prese da Internet

Commenti

  1. Non so se i finlandesi siano veramente i più grandi consumatori di caffé, anche in Svezia se ne beve molto. Probabilmente non sono 100% italiana, però a me il caffé svedese (quello "filtrato", per intenderci quello lungo tipo americano) piace. Devo dire che insieme ad un dolce preferisco il caffé svedese, per tutte le altre occasioni W l'espresso ;-)

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  2. Scommessa persa, i dolci svedesi si possono preparare anche in Italia. Il piatto che più mi manca di più é Falukorv, vale a dire un grande wurstel dal sapore unico che si può preparare in tanti modi, il mio preferito è con la salsa "stroganoff". La ricetta originale è beef stroganoff, ma in Svezia l'abbiamo adattata al wurstel;-)

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