5 cose che ho capito sui francesi



  "Come quelle enormi sfingi distese per l'eternità in nobile posa nel deserto sabbioso, essi scrutano il nulla senza curiosità, calmi e saggi
 Charles Beaudelaire

Alla luce del vasto campionario umano analizzato in 11 anni di vita francese - e con un tocco di acida ironia - posso dire che i cugini d'oltralpe...

1) sono come i gatti,  ossia:

a) autonomi - eh sì, ci tengono molto alla loro indipendenza. Guai a toccargliela! Del resto, già da neonati le mamme provvedono a svezzarli presto (la maggior parte passa direttamente dal liquido amniotico al biberon). A pochi mesi, lavoro della mamma oblige, vengono generalmente affidati a una nouou che se ne occuperà fino all'età scolare. E a scuola, neanche a dirlo, sentiranno pronunciare le parole autonomia e indipendenza con una frequenza ipnotica... per poi arrivare ai 18 anni, età in cui molti abbandonano il nido e partono alla volta delle varie destinazioni accademiche. Chi sceglie di non studiare, invece, opta per percorsi formativi finalizzati a una veloce integrazione nel mondo del lavoro. E chi non trova lavoro come fa a essere autonomo? Nessun problema: ci pensa lo Stato, prodigo e indulgente - molto più di una mamma in carne e ossa. Insomma, l’infanzia e l’adolescenza durano molto meno – e sono molto meno spensierate - che in Italia...

  
b) lunatici - se a un francese gli "gira male" inutile insistere o cercare di conquistarlo: l’unica è lasciarlo a godersi il suo broncio finché non riterrà opportuno rivolgervi nuovamente la parola. Avete presente il gatto quando vi avvicinate per fare una carezzina e lui si defila sdegnato, perché non è aria? E se non è aria non è aria. Pazienza: ritornerà quando la ciotola con i croccantini sarà di nuovo vuota.



   c) solitari avete presente le belle tavolate allegre e canterine dei ristoranti italiani? Rare, rarissime in Francia, dove è normale vedere una persona sola che mangiucchia guardandosi intorno con sguardo assente – sola; e felicissima di esserlo! Alla compagnia del prossimo il francese preferisce di gran lunga quella di un unico, insostituibile amico: se stesso

  2) non fanno Amicizia ma… amitié

La differenza? 

L’amico, anche se non lo senti per settimane o mesi, quando lo incontri è come se vi foste lasciati poche ore prima. 

L’amico è la persona con cui litighi, magari anche di brutto, ma la volta dopo è come se non fosse successo niente - o quasi...

L’amico non si dimentica di te, anche se non abitate più nella stessa città o i vostri figli non frequentano più la stessa scuola. 

Insomma: anche se non vi vedete,  rimane un legame indissolubile. Perché l’amico ti si affeziona ed è fedele. 
(Ma l’amico non è mica un gatto, eh).




L’ami, invece, vuole essere corteggiato, cercato, riverito - ma con moderazione, altrimenti si impaurisce e (da bravo felino) scappa a gambe levate. 

L’ami è colui che, una volta che ti sei trasferito, oppure i vostri figli non sono più nella stessa classe o non frequentate più la stessa palestra... si dimentica che esisti. 

Ma non per cattiveria: avete mai visto un felino affezionarsi a qualcuno?


Infine, l’ami, se hai la disgrazia di doverci litigare – basta una discussione accesa, attention – si offende a morte e non ti rivolge più la parola. Ma proprio più. 
E magari, prima di darti la morte civile, con gli occhi affogati in un mare di lacrime, miagola "Non sapevo tu fossi così méchant" - cattivo: parola, questa, che suggella la fine di un rapporto. (E, se è un felino particolarmente intelligente, riesce addirittura a farti sentire in colpa).

3) sono metodici 

Su questo non ci piove. Ammetto di aver imparato molte cose dai francesi – dai tedeschi, poi, non ne parliamo – e la più importante, la cosa in cui ci fregano alla grande è il metodo.
Cioè: se hanno un problema X, loro sanno che la soluzione da adottare è Y; per il problema A hanno la soluzione B, e via dicendo. 

Noi italiani invece, creativamente casinari, ci impelaghiamo (divertendoci pure) con mille possibilità ABGHJHJ. 

Risultato: loro gestiscono meglio le cose prevedibili, mentre noi italiani siamo maestri nell’improvvisare. Se si potessero unire le due forme mentis si otterrebbe la perfezione. Che, come è noto…

4 ) hanno uno straordinario senso civico 

E anche qui noi italiani ne avremmo da imparare... 

Ma il loro non è un merito: l’educazione civica gliela insegnano già alla scuola materna! Pensate che miracoli potrebbe fare l’Italia, se a scuola si insegnasse come si deve l’educazione civica. Invece, da noi hanno avuto la brillantissima idea di insegnarla (e male) fino agli anni ’90 per poi ritenere opportuno (!) toglierla definitivamente dai programmi scolastici.



Fatto sta che in 11 anni che vivo qui non ho MAI visto un automobilista ignorare le strisce pedonali o sfrecciare in pieno centro come un indiavolato. 

5 – non tengono (molto) all’igiene

I primi tempi che vivevo in Francia, la cosa che mi stupiva di più era il rapporto dei francesi con... la sfera domestica
Le case sono esteriormente semplici ma curate, c'è sempre un giardinetto con fiorellini alla Pimpa, magari una piscina (wow), il che lascia presagire interni da favola. 
L'illusione finisce quando si entra NELLE case – e nelle abitazioni in genere. Ci si trova davanti a polvere, disordine generalizzato, oggetti spesso non identificabili ammassati ovunque, lavelli opachi, ecc.
(A volte mi è sembrato di visitare non case... ma installazioni)

E allibiti ci si chiede – ma come, da fuori sembrava tutto così preciso. Appunto, da fuori.



E ora passiamo a una dolentissima nota, le panetterie – boulangerie. Io dopo 11 anni rimango ancora di stucco (per non dire altro) quando vedo la fornaia prendere il pane con le mani, toccare i soldi con la massima nonchalance e, dopo avermi dato il resto, sorridere cantilenando “Au revoir”. 

Anche se la guardo brutto per farle capire che c'è qualcosa che non va, la stessa scena si ripete inesorabile - e ne ho provate tantissime di panetterie, uff...
Che posso farci; dopo 11 anni non mi sono ancora abituata - anche perché l' apposita pinza è sempre lì, dimenticata e visibilissima. 
Quante volte mi è venuta voglia di inforcarla con rabbia e prendermi la baguette da sola!


I bagni. Il rapporto dei francesi con il bagno è completamente diverso dal nostro. Per noi il bagno equivale soprattutto a due cose: fare i bisognini, per poi lavarsi immediatamente parti intime e mani. Usando quel meraviglioso sanitario che si chiama bidè. 

In Francia no. Il bidè, loro geniale invenzione, è caduto in disuso da molto tempo e viene ormai considerato come un oggetto esotico (!).
Idem in altri paesi del centro-nord Europa, direte voi. 
Sì, ma io dico, prima lo inventate e poi smettete di usarlo



Ritornando alle mani: nelle case ci sono spesso stanze microscopiche (quasi impraticabili dalla taglia 46 in su) provviste di WC e basta. Il lavandino non è contemplato. Insomma: lavarsi le mani è un optional. Difatti a inizio inverno i mass media lanciano spesso delle campagne preventive per indurre la popolazione a lavarsi le mani. 
 
Sarà un caso che da quando vivo qui mi sono beccata una vasta gamma di virus gastrointestinali? 




 
 


Eppure... i gatti sono pulitissimi.


Le immagini sono prese da Internet

Commenti

  1. Ho vissuto 3 anni in Francia e non sono riuscita a legare con nessuno. Colleghi o vicini, ognuno sta per i fatti suoi...mah!
    Ti capisco!
    Francesca da Torino

    RispondiElimina
  2. Ciao Francesca purtroppo vivendo all'estero bisogna accettare anche i lati meno positivi diuna cultura e cercare di adattarsi...
    Comunque io racconto solo la mia esperienza che non corrisponde certo a una verità assoluta!
    A presto!
    ��

    RispondiElimina
  3. Questo post è un eye opener... Ora capisco perché sto bene qua in Francia: corrispondo ad almeno l'80% della descrizione che hai fatto dei francesi. :D

    (vorrei precisare che il 20% a cui non corrispondo è dal discorso boulangerie in giù ;) )

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Daphnae, ma sei proprio sicura??? No, dico, di quel preoccupante 80% (mi riferisco alla parte felina)...
      ;-)

      Elimina
  4. Cara amica, purtroppo quelle che tu descrivi sono le caratteristiche di molti popoli! Anche qui negli USA sono cosi'! Il calore umano e l'immediatezza e' cio' che caratterizza gli italiani e pochi altri sono come noi! Peccato che lo sprezzante e spietato globalismo sta puntando al totale annientamento di tutto cio' che rende gli italia un popolo libero in tutti i sensi! Siamo definitivamente un gruppo che non piace ai tiranni!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Vanda, le tue sono parole sante... ma vedi che anche vivendo all'estero alla fine - e a prescindere dal nostro livello di integrazione, che spesso è ottimo - ci ritroviamo tra di noi, perché ci manca quella spontaneità e leggerezza tipicamente italiane...!! :-)

      Elimina

Posta un commento

Chi lascia un commento vince un caffè!

Post popolari in questo blog

"La magia di pensare in grande" di David Schwartz

Marinella Colombo: l'incubo dello Jugendamt e il collaborazionismo degli altri paesi