Come lavorano i traduttori - 5 miti vs realtà!
Dal 2007 lavoro come traduttrice da tedesco, francese e inglese verso l’italiano. Mai il contrario. Il motivo? Semplice: chi traduce da professionista lo fa solo verso la madrelingua. Eccezioni: chi lavora su testi molto tecnici e/o ripetitivi. Oppure geni. (Tipo Nabokov). STOP. E adesso vediamo 4 miti - e sotto-leggende - sul mondo della traduzione:
COGLI LA FAVELLA, COGLILA BELLA |
Mito n°1: basta conoscere benino una lingua
Realtà: per tradurre bisogna conoscere molto bene la lingua dalla quale si traduce (in gergo lingua sorgente) e la cultura del Paese di quella lingua. Ma non basta: oltre alla favella sorgente si dovrebbe conoscere il più stupendamente possibile - ma si può dire? - la madrelingua. Ossia: avere una padronanza paurosa di ortografia, grammatica, sintassi, norme redazionali eccetera.
Sotto-mito da sfatare: per fare questo mestiere (parola che preferisco a professione) è necessario essere laureati in Lingue. Ma quando mai. Esistono molti traduttori con lauree in Giurisprudenza, Economia, Biologia e ne esistono altrettanti NON laureati (accade sempre più di rado). Insomma: non ci sono regole fisse. O quasi. Io ho studiato Lingue ma da quando ho deciso di intraprendere seriamente questa avventura mi sono messa a studiare molto, seguendo un numero imprecisato di formazioni, corsi et sim.
Realtà: per tradurre bisogna conoscere molto bene la lingua dalla quale si traduce (in gergo lingua sorgente) e la cultura del Paese di quella lingua. Ma non basta: oltre alla favella sorgente si dovrebbe conoscere il più stupendamente possibile - ma si può dire? - la madrelingua. Ossia: avere una padronanza paurosa di ortografia, grammatica, sintassi, norme redazionali eccetera.
Sotto-mito da sfatare: per fare questo mestiere (parola che preferisco a professione) è necessario essere laureati in Lingue. Ma quando mai. Esistono molti traduttori con lauree in Giurisprudenza, Economia, Biologia e ne esistono altrettanti NON laureati (accade sempre più di rado). Insomma: non ci sono regole fisse. O quasi. Io ho studiato Lingue ma da quando ho deciso di intraprendere seriamente questa avventura mi sono messa a studiare molto, seguendo un numero imprecisato di formazioni, corsi et sim.
Mito n°2: i traduttori non usano dizionari
Realtà: il migliore amico del traduttore professionista è il dizionario - monolingue, bilingue, settoriale, nuovo, vecchio, unto, raro, da collezione... ma soprattutto il monolingue. Perché? Beh, è cruciale verificare dapprima il significato della parola nella lingua straniera (e i vari contesti, si vocifera infatti che l'aver sudato sulle versioni di latino sia un vantaggio), indi - una volta appurato il significato in context della stessa - cercare il traducente (= la parola nella lingua target).
NEL GIRONE DEI NULLOGLOTTI |
Mito n°3: a tradurre ci vogliono 5 minuti!
Ricordo ancora la mia prima traduzione: un opuscolo pubblicitario sulla Kartoffelllegemaschine, la seminatrice per patate, un mix micidiale di tecnicismi ed espressioni idiomatiche. Ebbene, passai inizialmente due ore a consultare materiali vari sull’oggetto in questione… Quindi, dopo aver sbattuto la testa 15 volte contro il muro, iniziai a tradurre.
BUONANOTTE FIORELLINO |
Avete afferrato: sebbene la maggior parte dei traduttori sia specializzata in 2-3 settori, è umanamente impossibile essere ferrati in tutto. Esempiuccio: siete traduttori giuridici, fighissimo, tuttavia non potrete mai padroneggiare diritto internazionale/civile/penale/canonico alla perfezione. Esisteranno sempre termini specifici (in gergo tecnicismi) che sfuggiranno alle vostre competenze. Il traduttore professionista ha 3 caratteristiche: umiltà, curiosità, perfezionismo. (Secchionaggine aggiungo io).
Mito n°4: i traduttori traducono solo libri
Realtà: solo il 10% traduce libri, il resto maneggia i testi cosiddetti tecnici (manuali d'uso, siti web, materiale divulgativo, contratti...). E aggiungo: se il traduttore tecnico-scientifico è pagato poco - intorno ai 0,07€ a parola sorgente, tariffa ottimistica - quello editoriale lo è ancora meno. Fatevi due conti. (E anche due pianti).
Mito n°5: è un lavoro che fai quando ti pare
Realtà: anni fa lavoravo solo con le agenzie
(ed ero molto più esaurita di adesso); a un certo punto - ore 21 del 20
dicembre 2015 - mi arriva una traduzione di
6.891 parole. L'agenzia, tassativa: consegna entro il 23 dicembre! Inizio a
tremare, sudare freddo. Il documento
è un sito web su "Insetti in via di estinzione e cambiamento
climatico". Dal tedesco svizzero. Buon Natale eh.
Nota finale - Le tempistiche assurde del mercato e l'uso sempre più massiccio della traduzione automatica - traduttore = correttore a cottimo di svarioni partoriti da macchine&co. - mi hanno spinta (da anni ormai) ad abbandonare le agenzie di traduzione - intermediarie tra me e il cliente - per concentrarmi sui clienti diretti. Con una discreta soddisfazione, devo dire. Da allora mi dedico accessoriamente a un’attività affine (formatrice in ambito linguistico) poiché i troppi anni rinchiusa nello studiolo mi stavano trasformando in una brontosaura.
In conclusione direi: evviva la traduzione, meglio se con moderazione!
Con traduttivo affetto,
parpra ;-)
Link
il mio sito da traduttrice
il portale della traduzione Proz
Con traduttivo affetto,
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