L'agenzia del lavoro in Germania - l'esperienza di Andrea Lipari
Lo sfogo di un amico del blog tornato in Italia dopo 5 anni in Germania: una mail che Andrea ha gentilmente acconsentito a pubblicare e che fa riflettere...
"Ciao Parpra, ti scrivo della disoccupazione e della Weiterbildung in Germania. Dopo 2 anni alla catena di supermercati Rewe ho deciso che non volevo più continuare a fare il magazziniere, così ho chiesto al capo se riuscivano a trovare una soluzione per licenziarmi poiché volevo andare via e provare a prendere la disoccupazione subito anziché aspettare 3 mesi.
Infatti, se ti licenzi tu, devono passare 3 mesi prima di ricevere la disoccupazione, se invece ti licenzia il datore di lavoro, puoi subito registrarti all’Agenzia del lavoro (Arbeitsamt) e ricevere circa il 60% del reddito medio mensile. Le regole cambiano di anno in anno, ma in linea di massima è questo il calcolo che fanno.
Così, nonostante fossi riuscito ad ottenere di provare a lavorare nell’ufficio del magazzino per circa due settimane, poiché non ebbi molta pazienza con la collega che mi affiancava, tornai a svolgere le mansioni di magazziniere.
Il capo già sapeva che non volessi rimanere lì e non mi ha fatto storie quando gli dissi che volevo andarmene.
Appena registrato all’Agenzia del lavoro feci una serie di colloqui con dei tutor che si occupano di affiancare i disoccupati nella ricerca del lavoro. Il mio tutor era il Sig. Stoyko S., di origini chiaramente russe, e con una pronuncia forse peggiore della mia.
"Le mie qualifiche erano addirittura superiori, essendo io laureato."
Dal primo incontro mi fece subito piacere notare che per scrivere certe parole usava fare il copia-incolla da testi già scritti; più che altro pensai “se ce l’ha fatta lui, magari qualche chance ce l’ho pure io…”.
Vedendo il mio curriculum era chiaro (per lui e per la loro politica) che dovevo cercare un posto in studi di commercialisti - sono laureato in Economia e Commercio - mentre io insistevo nel voler fare un corso di lingua.
Ma non c’era verso!!
Insomma, avevo tutte le carte in regola per fare gran carriera in qualche azienda o studio di commercialisti! Peccato che i miei unici lavori in Germania fossero stati magazziniere e impiegato con mansioni di pulizia! Per fortuna gli venne un’illuminazione: un corso di 3 mesi per commercialista e fiscalista.
Fantastico!

Ok, rimbocchiamoci le maniche!
Notavo che tra insegnante e studente avevano difficoltà nel capirsi. E non solo perché la materia fosse difficile, ma proprio una non capiva cosa dicesse l’altro, arrivando spesso a fargli ripetere la domanda 3 e 4 volte!
Insomma, un po’ come nei film di Totò….
Spiegarlo a loro? Mah.
Comunque, dopo qualche
settimana anche i due insegnanti mi chiamavano e mi davano compiti a parte
perché “se li do anche agli altri, perdiamo troppo tempo. Lei è più veloce e
così va avanti”. Wow, che dire!
Mi ricordo anche che in una chiacchierata con la prof, le dissi dei miei timori per il tirocinio che ci avrebbe aspettato l’ultimo mese del corso, e lei mi tranquillizzò rispondendomi che la mia preparazione era più che sufficiente per questo lavoro “anzi, consideri che spesso neanche con gli altri suoi colleghi riusciamo a capirci, quindi non si preoccupi per la lingua”!!
Perfetto.
Arriviamo a fine corso ma su 13 partecipanti solo 2 non riuscimmo a trovare un posto per il tirocinio. Inviai almeno 50 mail ma ottenni solo un colloquio; tutto questo con l’aiuto dei tutor che mi controllavano le mail, contattavano le aziende, cercavano i contatti.
Avevo addirittura preso il secondo voto più alto nel mio corso, ma fu comunque inutile. Le mie esperienze precedenti non mi permettevano di trovare commercialisti o responsabili di aziende disposti a farmi fare il tirocinio, peraltro in periodo di Covid la maggior parte di aziende e studi lavoravano in smart working.
Anche l’istituto dove si svolgevano i corsi prendeva spesso gli studenti per i tirocini, e prima del Covid mi era già stato proposto di farlo lì, ma verso maggio 2020 non potevano più inserire nuovi tirocinanti.
La segretaria
della scuola mi propose allora di cominciare un altro corso di circa 24 mesi,
dopo i quali avrei avuto sicuramente più possibilità, ma preferii riprendere a
lavorare nella ditta dove già avevo lavorato il primo anno.
Alla fine dopo 4 mesi sono tornato in Italia, a Palermo. Mi sto guardando intorno ma l'efficienza tedesca (e non solo...) mi manca. Vedremo."
Grazie Andrea per aver acconsentito alla pubblicazione di questa mail. Ci farai sapere eh!
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