Silvia C.Turrin è scrittrice, giornalista e Forest Therapy Guide. Oggi ci parla del suo nuovo romanzo e del grande amore per la Provenza.
"L’idea di scrivere qualcosa sul Midi francese è nata circa 3
anni fa. In verità, è dal 2013 che creo/pubblico post sul mio blog Provenza da Scoprire.
Uno
spazio web in cui racconto itinerari in
Provenza, ma anche curiosità, con riferimenti all’arte, alla cucina e alla
natura di questa terra così variegata.
Per questo all’inizio avevo pensato di realizzare una guida turistica e,
in effetti, ho già in archivio una serie di scritti che riguardano svariati
percorsi: dalle Alpi dell’Alta Provenza al Var, dalle Bouches-du-Rhône alle Alpi
Marittime.
Ma questo progetto è cambiato durante un viaggio di ritorno in
Provenza. In quell’occasione non guidavo e avevo la possibilità di osservare
borghi e panorami in modo rilassato.
Ecco, allora qualcosa è scattato nella mia
mente e sono iniziate a emergere storie e personaggi poi confluiti nel libro
Un’altra vita in Provenza.
Sono storie e personaggi in parte ispirati a
situazioni e incontri reali.
Nel romanzo ci sono infatti elementi autobiografici, seppur
modificati rispetto alla realtà. Di autobiografico c’è sicuramente l’amore per
la Provenza, per i suoi paesaggi, profumi e sapori.
C’è il personaggio di
Odette, ispiratomi da un’amica francese di origini italiane. Nonostante la sua
età avanzata, rimane incredibilmente attiva, piena d’energie. Fa ancora con
passione la cueillette des olives (la
raccolta delle olive), produce un ottimo olio dai suoi numerosi ulivi, ama la
terra…
Anche il misterioso svizzero che racconto nel romanzo nasce
dalla realtà. Durante alcuni miei spostamenti c’è stato un periodo in cui
incrociavo spesso un’auto bianca, targata svizzera, sempre nella stessa zona,
in un campo incolto.
Non distante dall’auto, vedevo un uomo intento a usare il débroussailleuse (il decespugliatore).
Notavo in lui un atteggiamento insolito… e devo dire un po’ fuori luogo
rispetto al lavoro che stava compiendo.
Così la mia fantasia mi ha portata a
creare il personaggio del misterioso svizzero, la cui identità viene svelata
solo alla fine del romanzo.
Di autobiografico, per così dire, ci sono poi alcuni
riferimenti ai viaggi che compiono i personaggi del libro, proprio in quelle
zone della Provenza che ho avuto modo di conoscere bene in prima persona.
Penso
per esempio alla Provenza Verde caratterizzata da piccoli borghi in un “mare di
vert, vert, vert”: un luogo ideale
per dedicarsi ai bagni di foresta.
Nel romanzo parlo poi di Saint Maximin La
Sainte Baume, e ancora del massiccio della Sainte Baume dove si trova la famosa
grotta in cui, si narra, pregò la Maddalena, e parlo di Valsaintes, posto
incantevole con la sua abbazia e con i suoi bellissimi giardini.
La sua storia
particolare la spiego nel romanzo attraverso il personaggio di Robert, ex
monaco trappista che ha deciso di creare la casa editrice Soul.
Di autobiografico c’è inoltre la cagnolina, Lucy, che
accompagna la protagonista Sofia. È stata la mia Angie, berger des Pyrénées, che mi ha ispirata a introdurre Lucy nel romanzo.
Altri riferimenti autobiografici sono l’amore per la natura.
In fondo, la Provenza con i suoi paesaggi policromi ha ispirato scrittori,
poeti, pittori.
La natura è taumaturgica, dà la vita e dà la forza.
Essendo Forest Therapy Guide, cioè una guida che
accompagna le persone nell’immersione nei boschi, nei cosiddetti bagni di
foresta (in giapponese Shinrin Yoku),
ho voluto inserire riferimenti ad alberi, erbe e fiori.
Racconto della foresta
che si attraversa per raggiungere la Sainte Baume, la grotta della Maddalena.
Una foresta antica, protetta, considerata sacra. Parlo anche di miti e di
leggende che ruotano attorno ad alcune piante, come la quercia.
Proprio questo
albero ha un significato profondo e simbolico nel romanzo. La quercia
rappresenta quel legame tra la terra e il cielo, tra il mondo dei vivi e quello
dei morti, tra il visibile e l’invisibile.
La quercia è quel collegamento
arboreo che unisce la protagonista Sofia a sua nonna, Josephine.
Poi la natura
nel romanzo si esprime attraverso i riferimenti alla lavanda, alle erbe
aromatiche e a quelle varietà di piante antiche, che rischiano di scomparire e
che racconto tramite l’eccentrico personaggio di Giselle, botanica di Avignone.
E non manca nemmeno la cucina, naturalmente quella provenzale,
ma anche cilena, andalusa, indiana, perché il romanzo va oltre le frontiere (da
qui il sottotitolo). Infatti, soprattutto decenni fa, la Provenza ha accolto
tante genti in cerca di un’altra vita, provenienti da vari paesi.
Personaggi
come l’intellettuale cileno Pancho (ex giornalista), il pastore Leon di origini
andaluse, l’indiana Champa e la pakistana Kesarbai: tutti loro hanno trovato
una nuova vita in Provenza, superando ostacoli, tribolazioni.
Si possono
definire in qualche modo expat, poi diventati a tutti gli effetti
provenzali/francesi.
Nel romanzo, la cucina in qualche modo è una sorta di filo
d’oro che unisce le persone e le varie terre. Ecco perché ho voluto fortemente
offrire in omaggio un e-book di ricette provenzali a quanti acquistano il mio romanzo sul sito italiano Il giardino dei Libri. Mentre chi preferisce la
versione digitale può scaricare gratuitamente il libretto Le tisane di nonna
Josephine.
Il fatto di autopubblicare il libro mi ha resa molto libera,
anche nella possibilità di aggiungere appunto questi omaggi, comunque collegati
alle storie del Romanzo.
L’idea dell’autopubblicazione è nata nell’ottobre del 2020.
L’anno scorso si può dire sia uno spartiacque tra un prima e un poi, per tanti
motivi. Nella complessità della pandemia ho compreso definitivamente che il
tempo è prezioso.
Anche in Un’altra Vita in Provenza sottolineo proprio
l’importanza del qui e ora, di quanto cioè sia prezioso il momento prezioso.
Quindi, anziché aspettare i responsi delle varie case editrici ed essendomi
occupata di editing e correzione di bozze, mi sono sentita abbastanza sicura
nel progetto di autopubblicarlo.
Non è una strada facile, soprattutto per
quanto riguarda i costi di stampa e la distribuzione.
Però, se si crede
fortemente alla propria idea, è un cammino che si può attuare, purché si
abbiano gli strumenti iniziali di partenza, che sono la passione per la
scrittura e la capacità di verificare anche i minimi dettagli (non facile anche
per chi scrive da anni).
Sceglier o meno la via dell’autopubblicazione dipende da ciò che si
vuole ottenere.
Personalmente, volevo pubblicare queste storie adesso, non
volevo aspettare ancora, perché l’amore per la Provenza lo sento adesso. Ma siccome,
come scrivo nel romanzo, tutto è impermanente, credo che la mia creatività mi
porterà verso altri territori, immaginari o reali che siano."
Grazie Silvia per l'appassionata, appassionante testimonianza!
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