Un francese in Umbria racconta la sua vita d'expat
Intervista a Thomas Kermorgant, manager francese expat a Spoleto (Umbria) dal 2020!
D: Buongiorno Thomas, qual buon vento ti ha portato a Spoleto?
R: Buongiorno Barbara! Dopo aver lavorato nel settore dell’olio di oliva in Francia (Puget) per esplorare ulteriormente questo comparto è stato per me naturale venire in Italia - più precisamente in Umbria, a Spoleto, dove si trovano 4 delle 6 maggiori aziende di olio di oliva italiane.
fonte: oliocostadoro |
D: Tu hai due figli di 4 e 6 anni, come si trovano in Italia?
R: A questa età hanno una incredibile capacità di adattamento, imparano velocemente. Mia figlia sta imparando a leggere, ed è divertente ascoltarla parlare e leggere in italiano. Con il fratello mentre fanno il bagno si inventano delle storie in italiano e le raccontano a voce alta...!
D: Com'è lavorare con gli italiani?
R: Gli italiani mi hanno accolto con molta pazienza e disponibilità. Sono molto amichevoli ma parlano, parlano tanto e molto velocemente… e non solo a gesti.
Al lavoro, per me è difficile strutturare un discorso e riuscire a concludere una riunione.
Gli italiani usano troppo la parola “ni”, un mix di sì e no che alla fine non vuol dire niente e, soprattutto, non permette di risolvere i problemi.
Ho anche qualche difficoltà con il “boh”, ma credo sia l'equivalente francese di “Euh”...
D: Cosa potrebbero imparare gli italiani dai francesi, e viceversa?
R: Direi che gli italiani potrebbero imparare a essere più concisi, precisi e a reagire in modo un po' meno esagerato... mentre i francesi potrebbero sicuramente imparare dagli italiani a vestirsi ed essere più eleganti.
Infine direi che, sebbene gli italiani siano bravissimi in cucina - soprattutto per quanto riguarda i piatti salati - potrebbero imparare dai francesi a preparare i dolci.
D: Esistono tanti stereotipi sugli italiani: quali sono VERI e quali no?
R: È vero che hanno sempre in mente il cibo; anche quando parlano di una città, iniziano sempre menzionando un ristorante o una specialità tipica.
È inoltre vero che in Italia c’è molta burocrazia: la pubblica amministrazione è complessa, difficilmente comprensibile. Gli italiani hanno inoltre qualche difficoltà nel rispettare le regole, le procedure… non è una cosa naturale per loro.
Poi parlano molto, velocemente e con tanti accenti diversi. Trovo invece sia falso che gesticolino in modo esagerato, perlomeno qui in Umbria.
D: Ti sei trasferito in Umbria in piena pandemia: quali difficoltà avete trovato tu e la tua famiglia?
R: Spoleto è una tranquilla cittadina e per noi è stato molto difficile trovare una casa in affitto (non mobiliata) dopo l’ultimo terremoto, la messa a punto dell’ospedale COVID e i lavori alle abitazioni finanziati dal bonus 110% - ritornando agli stereotipi, è vero che gli italiani amano molto i finanziamenti... esistono addirittura professionisti specializzati in materia.
Spoleto, fonte: www.luoghidiinteresse.it |
È stato anche un po’ difficile gestire i bambini durante il lockdown poiché l'Italia è stato il primo paese a chiudere le scuole.
D: Puoi raccontarci qualche aneddoto della tua vita in Umbria?
R: Per quanto riguarda il cibo, la cosa che ci manca di più è il pane salato e il burro salato.
Trovo poi sorprendente che in Italia manchi una netta separazione tra Chiesa, Stato e sfera professionale: in azienda si possono trovare dei crocifissi, e ho persino assistito a una benedizione… in Francia sarebbe inconcepibile.
Infine, è uno spettacolo incredibile vedere così tante Fiat500, Ape 50 e Vespa.
D: Thomas, grazie mille per la testimonianza e buon proseguimento!
R: Ci mancherebbe! (Altra espressione difficilmente traducibile in francese ;-)
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