Elisabetta, nomade digitale con base a Norimberga


Elisabetta Lucia Galbusera, nomade digitale, ci racconta la sua storia. 

Anni fa, subito dopo la maturità mi sono trasferita a Dublino - chiamata la "tigre celtica" - dove ho vissuto per 4 anni lavorando nel turismo MICE (meeting, congressi o eventi aziendali). 

In seguito mi sono recata a Barcellona e a Siviglia per viaggiare e imparare lo spagnolo.

Rientrata in Italia, mi sono iscritta all’Università di Urbino. Dopo la Laurea ho lavorato in Italia nel settore della comunicazione, ma non mi sono mai sentita a mio agio nel mondo del lavoro italiano, perché avevo sempre l'impressione che il mio percorso venisse ostacolato.

L’ESPATRIO IN GERMANIA

Nel 2014 mio marito ha avuto una promozione, per cui ci siamo trasferiti in Germania. Ho imparato il tedesco e ho iniziato a lavorare come interprete commerciale freelance nel settore fieristico; tuttavia, mi sono resa presto conto che quella non poteva essere la mia realtà quotidiana.

Nello stesso anno ho viaggiato moltissimo, sia da sola che con mio marito, e ho deciso che avrei vissuto sei mesi in Germania e i restanti in altri Paesi d’Europa. 



IL LAVORO

Ho ottenuto un progetto di export manager in Inghilterra, dove ho vissuto per sei mesi, successivamente mi sono trasferita in Grecia per altri quattro mesi; infine, nel 2021 ho deciso di fare un Master in Psicologia e - dopo un ultimo progetto in Grecia - un mio conoscente dai tempi di Dublino, headhunter per varie multinazionali di informatica, mi ha chiesto se volessi lavorare con lui.

"In Italia il mio percorso veniva ostacolato"

Adoro questo lavoro, perché mi permette di parlare diverse lingue e conoscere ogni giorno candidati da tutto il mondo lavorando da remoto: quindi sarò un po’ a Norimberga e per il resto viaggerò tra Italia e Grecia; chissà, magari un giorno verrò anche da te in Francia!



LE MIE ATTIVITÀ

Ho una pagina Facebook con alcune foto e curiosità; fare foto è diventata la mia passione di questi ultimi 6 anni. Inoltre, ho un’attività come consulente di carriera: aiuto giovani candidati con sessioni di coaching su come impostare la propria carriera sia all'estero che in Italia; lavoriamo insieme per capire quali siano i migliori sbocchi lavorativi inerenti agli studi fatti, o in vista di un avanzamento di carriera.



Con questo tipo di vita ho trovato la mia dimensione, sia personale che di coppia. Vivo sei mesi in Germania e i restanti mesi altrove, compresa l’Italia poiché sebbene mi trovi bene qui in Germania, avverto un costante senso di vuoto e di nostalgia che non riesco a colmare.

"Ho trovato la mia dimensione"

In altri Paesi non mi succede poiché mi sento a casa. Non è semplice vivere in Germania, devi cavartela da sola in ogni situazione: i tedeschi sono gentili e affabili, tuttavia manca loro il "lato affettivo". 

L’individualismo la fa da padrone, diciamo che dal mio punto di vista è una società molto più centrata sul benessere del singolo che sull’affettività e sulla socialità.  



NOMADE DIGITALE

Consiglierei questo tipo di vita da “nomade” almeno per un periodo della vita, a qualsiasi età e senza discriminazioni  di alcun genere. 

Io e mio marito abbiamo deciso di non avere figli perché avrebbero bisogno di una stabilità logistica, ed io alla mia libertà non voglio rinunciare. 

In Grecia ho conosciuto mamme single che hanno deciso vivere per un periodo in alcune isole greche e in altri Paesi d’Europa in quanto ritengono sia una forma di arricchimento culturale anche per i loro piccoli.



L’ ESPERIENZA PIÙ FORMATIVA

Dublino: non c’è dubbio, sono stati i migliori anni della mia vita!

Ero una ragazzina e ho imparato a cavarmela da sola e a stare con persone di culture e Paesi diversi. Nel 2000 internet era agli albori, il suo uso era limitato alle mail e non avevamo uno smartphone; ci si messaggiava e ci si chiamava. 

Era una forma di comunicazione che privilegiava il contatto umano; ora possiamo essere collegati con tutto il mondo e credo sia una fantastica opportunità per conoscere il mondo, anche per chi non può muoversi da casa.



L’ESPERIENZA PIÙ NEGATIVA

I primi anni a Norimberga: la mia impressione è che qui non sappiano apprezzare le differenze, tutto deve essere omologato e ogni cosa è categorizzata in comparti predefiniti. 

Non ho trovato una società multiculturale, e mi pare che la strada da fare sia ancora lunga in questo senso.

TUTTO IL MONDO È PAESE?

Sebbene ogni persona sia unica e irripetibile, credo che la cultura influenzi il comportamento, e che gli stereotipi, a volte, corrispondano a verità: per abbatterli e superarli è necessario un cambio di prospettiva. 




Consiglio quindi di viaggiare e leggere, attività che ci aprono la mente e rompono schemi radicati nella cultura – solo così potremo conquistare la libertà di essere veramente noi stessi.

Grazie Elisabetta per la bella testimonianza!

Link:

Elisabetta Lucia Galbusera su Linkedin 

Elisabetta su Facebook 

Vivere all'estero, lavorare e crescere con Elisabetta


Commenti

Post popolari in questo blog

"La magia di pensare in grande" di David Schwartz

Marinella Colombo: l'incubo dello Jugendamt e il collaborazionismo degli altri paesi