Roberta Castelli, scrittrice: la nostalgia è il mio carburante
Quattro chiacchiere con Roberta Castelli, amica del blog e scrittrice...
D: Di cosa parla il tuo nuovo romanzo, La
bambina di cera?
Per chi non la conoscesse, Rosalia è una delle mummie più famose al mondo, imbalsamata a soli due anni e custodita nelle Catacombe dei Cappuccini di Palermo. A lei è dedicato il titolo del romanzo.
Ad affiancare Vanedda troviamo, come sempre, l’ispettore Giuseppe Vaccaro, spalla fidata e spesso vittima degli sbalzi di umore del commissario; troviamo anche tutti i personaggi che compongono il commissariato nel primo libro, più la presenza del sovrintendente Pierluigi Falco, nuovo arrivo che porta scompiglio nelle giornate già caotiche di Vanedda.
Aci Castello mare |
Non può mancare Gerlando, il suo compagno di vita; Vanedda senior, padre all’antica con un retaggio culturale difficile da scalfire e il professore Gregorio, che anche in questo libro rappresenta un supporto prezioso per il commissario. E Carmela, la donna delle pulizie molesta? C’è anche lei, in tutto il suo splendore!
D: Da dove trai ispirazione per i tuoi personaggi?
R: Mi piace attribuire ai miei personaggi, che sono di pura fantasia, caratteristiche di persone che hanno incrociato il mio cammino: un pregio, un difetto, un tic nervoso, il carattere o l’aspetto fisico.
Lo dico sempre, non c’è posto migliore della realtà per trovare ispirazione. Il sovrintendente Pierluigi Falco, per esempio, nasce per rendere omaggio a un mio amico poliziotto che purtroppo ci ha lasciati troppo presto, mentre al padre del commissario ho voluto donare i tratti di mio nonno.
Come ho scritto a fine libro, riportando un brano di Massimo Tallone, con la scrittura è possibile regalare l’immortalità alle persone che abbiamo amato, perché la loro essenza non muore.
Vienna Donauinsel |
" Tutto è possibile, basta volerlo davvero."
D: Qual è il ruolo della tua terra nel tuo percorso artistico?
R: La Sicilia è la vera protagonista dei miei romanzi. Vivere nel nord Italia prima e all’estero dopo, mi ha permesso di sviluppare una sorta di nostalgia cronica.
Questo, per quanto possa sembrare un aspetto negativo, è invece carburante vitale per la mia penna. Ogni tanto mi sento come un’innamorata che, avendo il fidanzato lontano, scrive lettere per mantenere vivo un rapporto complicato e, lo sappiamo bene, alcune relazioni funzionano meglio se ci sono molti chilometri nel mezzo; anche quando ci si ama alla follia.
Di questa bellissima terra mi manca tutto: il profumo dell’aria, la salsedine, il cibo, il rumoroso calore della gente, la spontaneità a volte selvaggia degli atteggiamenti, che rendono la vita difficile ma vera.
Per quanto io possa aver viaggiato, vivendo in molti luoghi diversi, l’imprinting della mia anima è siculo e spesso, anche se provo a trattenerlo quando le circostanze lo richiedono, viene fuori con prepotenza.
Scrivere della Sicilia quindi è un balsamo per il mio cuore, perché mi regala l’illusione di essere ancora lì.
Aci Castello Chiesa di San Giuseppe |
" Ho paura? Si. Ho certezze? No."
D: Che consigli daresti a un'aspirante scrittrice?
R: Non è semplice dare consigli, perché c’è sempre da imparare, anche per chi ha già pubblicato. Direi però che la fretta è una cattiva consigliera, che leggere è essenziale per chi vuole scrivere e che le scorciatoie conducono spesso a un vicolo cieco.
La strada per la pubblicazione è un percorso a doppio binario: uno ci porta sugli scaffali delle librerie; l’altro invece ci obbliga ad affrontare una passeggiata interiore che si presenta colma di ostacoli.
Quindi servono tenacia, dedizione, perseveranza e quando si cade – perché si cadrà – bisogna avere la prontezza di rialzarsi subito, pulirsi le ginocchia sporche di terra e ripartire. Non mancheranno rifiuti e delusioni ma bisogna mettersi in gioco senza smarrirsi nel timore di non essere all’altezza.
Tutto è possibile, basta volerlo davvero.
Vienna, soprattutto negli ultimi anni, è stata deludente e più rimango qui, più la mia anima si inaridisce. Non rinnego niente, per carità, e questa esperienza mi è servita, come servono sempre le cose che, pur facendoci male, ci aiutano a crescere.
Inoltre, il percorso letterario che ho intrapreso sarebbe mutilato se rimanessi in Austria, dato che scrivo in lingua italiana e tutti i miei contatti sono in Italia.
Voglio seguire le mie ambizioni e i miei sogni più grandi, anche se questo implica il dover ricominciare tutto da capo. Torneremo in Toscana, dove abbiamo vissuto anni bellissimi e dove avremo un nuovo mare da chiamare “casa”.
Quindi, come puoi immaginare, la strada è tutta in salita e noi ci stiamo allenando per affrontare al meglio questa nuova avventura.
Ho paura? Sì. Ho certezze? No.
Ma la domanda vera è… sto bene dove sono? La risposta è no.
Nessuno mi garantirà che altrove sarà più semplice ma senza rischiare non otterrò mai il cambiamento che desidero. Quindi incrociamo le dita e leggete Vanedda, mi raccomando!
Grazie di cuore Barbara e a presto!
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Grazie a te carissima, e in bocca al lupo per tutto!
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